Ci sono dei momenti in cui mi sento inadeguato, non intendo quando sbaglio a dosare il sale in una ricetta, intendo nel mio lavoro.
Quando ho aperto Alessandro Di Noia Fotografo (14 anni fa) credevo di passare la maggior parte del mio tempo fotografando, la realtà però è più complicata.
Non voglio parlare del tempo da dedicare alla post produzione, agli album da incollare, il mio problema è con i social network.
Non voglio fare una polemica su Facebook è la modernità, sappiate che sto solo parlando del mio carattere.
Ricevo mail di aziende specializzate ad aumentare il numero dei like e dei wow sui vari social network, tutte hanno un linguaggio forte, di chi ti dice: “noi sappiamo come si vince”.
Non sono sicuro di me, lo ero a 16 anni ma a quel l’età tutti si sentono giusti ed incompresi, poi gli anni passano e le certezze si trasformano in domande a cui non so dare risposta.
Ho solo profili della mia attività e leggo i commenti dei tifosi dopo le partite del Milan su twitter.
A volte leggo post di altri professionisti del matrimonio (fotografi, wedding planner, location ecc.) e ritrovo tutta quella sicurezza che a me manca, quel ostentare se stessi prima dei servizi, come se in vendita ci fosse la persona.
Direte: ma nel tuo blog non hai alcun problema a esprimere quello che pensi, anche tu ti vendi.
Sicuramente è così, ho iniziato a scrivere sul mio blog perché avevo bisogno di migliorare il posizionamento del mio sito nelle ricerche su Google.
Mi hanno detto che i motori di ricerca indicizzano meglio i siti con molto testo e, da bravo punk fedele al motto “do it yourself”, ho iniziato a scrivere senza sapere cosa cercano questi motori di ricerca.
Quello che non si vede è quanto sia difficile per me scrivere.
Passo ore per i miei articoli, temo di essere frainteso ma se devo scrivere allora dico quello che penso, anche se a volte temo che le mie opinioni vengano scambiate per arroganza.
Per esempio: Quando scrivo che non mi piacciono i servizi matrimoniali in posa esprimo un parere personale, ma alcuni lo interpretano come un: i matrimoni in posa fanno schifo. (alcuni anni fa è successo con un fotografo che ha retwittato un mio articolo aggiungendo la sua interpretazione di quello che avevo scritto, interpretazione che non combaciava con il mio pensiero)
Quindi io sono pieno di dubbi, gli altri sono dei vincenti.
Tutti belli e sicuri di se, ostentano la nuova fotocamera acquistata o la loro camera d’albergo, con piscina, per un servizio fotografico fuori sede.
In un mondo in cui devi mostrare un’immagine di te così “muscolare” io (che ricordo: ho la pancia e pochi capelli in testa) mi sento inadeguato.
Quindi?
Andiamo avanti, fortunatamente ci sono foto da scattare e nuove canzoni da ascoltare, fortunatamente c’è un po’ di spazio anche per la mia pancia, e coppie che mi scelgono anche se non ho un profilo social da campione.
Colonna sonora: Wah-Wah – George Harrison